Dove si respira l’aria più pulita del mondo? Secondo un recente studio, nell’Oceano Antartico. I ricercatori hanno definito incontaminata, e libera da particelle legate ad attività umane, l’aria studiata nel tratto di mare a sud dell’Australia che bagna il continente antartico. Una scoperta importante che lascia briglie sciolte all’immaginazione (chi non ha mai sognato di ammirare le coste frastagliate del solo continente non colonizzato dall’essere umano?), ma che fa anche riflettere sull’impatto dell’antropocene. Perché il pianeta non è mai stato così condizionato come oggi dagli effetti dell’azione umana, e l’inquinamento dell’aria ne è un esempio.
Per capire come mai nell’Oceano antartico si respiri un’aria così pulita bisogna considerare vari fattori. Innanzitutto il freddo mare che circonda l’Antartide è libero da rotte commerciali strategiche, e in generale è poco frequentato. L’accesso delle navi ai porti artici è soggetto a standard molto severi: il Trattato Antartico firmato nel 1959 è chiaro a riguardo, e inoltre la corrente circumpolare antartica e i famosi venti catabatici rendono incredibilmente complessa la navigazione.
Scorrendo in senso orario intorno al continente, la corrente circumpolare antartica interessa le estremità meridionali dell’Oceano Indiano, dell’Atlantico e del Pacifico. Chi ha voglia di saperne di più può leggere cosa scrissero celebri esploratori del XVIII e XIX secolo, come i britannici Cook e Ross, e il tedesco-baltico von Bellingshausen.
È proprio a causa della corrente circumpolare antartica che doppiare CapoHorn è da sempre una delle imprese marittime più difficili. Nell’aprile del 1788 la Bounty, nave mercantile della Royal Navy resa celebre da film e romanzi, tentò invano di doppiare Capo Horn per quindici giorni, prima di arrendersi alle tempeste e alle raffiche di grandine e nevischio, e fare rotta verso il più mite Capo di Buona Speranza.
Se l’Oceano antartico è poco frequentato, lo stesso vale anche per la terraferma. L’Antartide è davvero il continente di nessuno. Un tempo vi si avventuravano solo gli esploratori, e oggi vi trascorrono dei periodi di tempo limitati i ricercatori di molte nazioni. A Villa Las Estrellas (letteralmente, “Cittadina delle Stelle”), sull’isola cilena di Re Giorgio, vive un centinaio di persone, una cinquantina nell’argentina Base Esperanza. L’immensa maggioranza degli insediamenti umani sono basi o stazioni di ricerca scientifica gestite da diverse nazioni. Con una superficie di oltre 14 milioni di km quadrati (più o meno come India, Cina e Mongolia messe insieme) l’Antartide è il quinto continente più grande del mondo, e la sua popolazione è stimata intorno alle mille persone nei mesi invernali, 5mila in quelli estivi. Chi ha vissuto, anche solo per pochi giorni, in Antartide dice che si tratta di un’esperienza indimenticabile; la natura comanda, è quasi un mondo primigenio.
Le condizioni meteo lo rendono un luogo splendido ma estremo. I venti catabatici che soffiano dalle montagne e dall’Altopiano antartico scivolando verso il mare possono raggiungere i 300 chilometri orari. A dicembre, il mese più caldo, la temperatura media sull’Altopiano antartico, e in particolare presso la base permanente russa di Vostok, sfiora i −32°. Sempre a Vostok, nel luglio 1983, si è raggiunta la temperatura più bassa mai registrata sulla terra: −89 gradi centigradi.
Sono poche anche le specie animali che riescono a sopportare le condizioni antartiche. Sulle banchise si trovano soprattutto pinguini, a partire dal famoso – e simpaticissimo – pinguino imperatore; altre specie di uccelli, tra cui l’albatro reale e il petrello delle nevi; e diverse specie di foche, incluse la foca di Weddell e la foca leopardo. Sono proprio questi animali a respirare l’aria incredibilmente pulita. E quei ricercatori che hanno la fortuna, e la tempra, per scoprire questo continente meraviglioso.
ermanno
Feb 12, 2021 at 14:18
bellissimi posti, ironico che l’aria più pura la si respiri dove non ci sono uomini. forse dovremmo tutti iniziare a farci un bell’esamino di coscienza