La qualità dell’aria che respiriamo negli ambienti chiusi – a casa, in ufficio, a scuola e così via – è molto importante. Per il nostro benessere, e per quello delle persone che amiamo, è bene che l’aria dei nostri spazi indoor sia libera da VOC e concentrazioni eccessive di CO2, per esempio. Anche perché, almeno nei paesi industrializzati, adulti e bambini trascorrono la maggior parte della giornata (addirittura fino al 90%) al chiuso. Il problema è che, com’è ormai noto, spesso l’aria negli ambienti indoor è persino più inquinata di quella che respiriamo all’aperto.
La pandemia di Covid-19 ha fatto sì che preoccuparci della qualità dell’aria che respiriamo negli ambienti confinati sia diventato persino più importante del solito. Se all’aperto è cruciale rispettare norme come utilizzare la mascherina, evitare gli assembramenti, rispettare la distanza di sicurezza tra le persone e non fumare in presenza di altri, anche gli ambienti chiusi richiedono delle attenzioni ben precise.
Lo specifica l’Istituto Superiore di Sanità[1], secondo il quale “garantire la qualità dell’aria indoor risulta fondamentale nella tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori”. Il prestigioso centro ha elaborato una serie di raccomandazioni mirate agli ambienti domestici e lavorativi “per mantenere un buon livello di qualità dell’aria indoor in relazione al contenimento del rischio di contagio da Covid-19”.
Non a caso il rapporto si sofferma proprio sulle procedure volte a garantire un buon ricambio dell’aria negli spazi chiusi. Dato che per molti la pandemia significa smart working, e che per tanti ragazzi e ragazze la scuola è a distanza, moltissime persone trascorrono parecchio più tempo del solito a casa, spesso condividendo gli spazi con il resto della famiglia.
Proprio per questo il ricambio dell’aria a casa richiede particolare attenzione in questo periodo; non solo perché, com’è stato ormai ampiamente dimostrato, aumentare il ricambio dell’aria con gesti semplici come aprire spesso le finestre aiuta a ridurre la concentrazione di CO2, umidità, odori e del cosiddetto aerosol biologico; ma anche perché, come ricorda il già citato rapporto, scarsi ricambi d’aria negli ambienti indoor favoriscono “l’esposizione a inquinanti chimici e biologici che possono facilitare la trasmissione di agenti patogeni”.
L’ISS ha elaborato una serie di raccomandazioni dettagliate, che vale davvero la pena di leggere e applicare. Fra le altre, quella di aprire “finestre e balconi che si affacciano sulle strade meno trafficate e durante i periodi di minore passaggio dei mezzi”, specie se la casa si trova in una zona di intenso traffico. Ancora, il rapporto sottolinea che è “preferibile aprire per pochi minuti più volte al giorno, che una sola volta per tempi lunghi”.
Anche l’umidità è un parametro importante da considerare: da una parte l’aria troppo secca può causare “la secchezza delle mucose nasali aumentando negli anziani il rischio di contrarre infezioni respiratorie”, ma bisogna fare attenzione anche ai livelli di umidità relativa eccessiva, superiore al 70%, “perché in tale situazione si può favorire la crescita di contaminanti di natura microbica (batteri, virus, parassiti, funghi filamentosi [muffe])”.
Il rapporto contiene anche specifiche raccomandazioni per l’utilizzo e la pulizia di climatizzatori fissi e portatili, pompe di calore, mini-condizionatori portatili personali, filtri dell’aria, prese e griglie di ventilazione, nonché sui detersivi e detergenti più adatti da utilizzare per la pulizia di tali impianti e delle superfici domestiche. Il tutto con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria negli ambienti indoor, riducendo o diluendo così le concentrazioni di sostanze inquinanti, CO2, e dell’aerosol biologico che può trasportare virus e batteri – oltre a contrastare tutti i disagi (e persino le patologie) che possono insorgere, col tempo, respirando aria di cattiva qualità.
Oggi più che mai è importante trascorrere il nostro tempo in ambienti indoor con un buon ricambio d’aria. È vero, ciò richiede un piccolo sforzo da parte nostra, in primis quello di informarci consultando fonti autorevoli e affidabili, per agire in modo consapevole e corretto (e in caso di dubbi la mossa migliore è rivolgersi a un medico). Tuttavia, quelle da applicare sono davvero delle buone abitudini, e prima cominciamo a metterle in pratica meglio è. Perché, anche quando la pandemia di Covid-19 sarà finita, la qualità dell’aria indoor rimarrà un obiettivo fondamentale per il benessere e la salute nostri e delle persone che amiamo.