Siamo sempre più consapevoli di quanto sia fondamentale per il nostro benessere respirare “aria buona”. Pulita. Abbiamo capito quanto sia importante, per la nostra qualità della vita, occuparci anche della qualità dell’aria che respiriamo negli ambienti chiusi (spazi indoor) dove trascorriamo una parte così significativa delle nostre vite. In ufficio, in negozio o in studio, per esempio. E, naturalmente, a casa, con le persone che amiamo.

Ma in che modo possiamo valutare se l’aria che respiriamo è di buona qualità? Senz’altro ci sono alcuni parametri da tenere in considerazione. Per esempio, in uno spazio poco ventilato si può verificare un accumulo di agenti patogeni (come batteri e virus), pertanto arieggiare spesso gli ambienti chiusi può contribuire in modo efficace a migliorare la qualità dell’aria che respiriamo.
Non fumare in uno spazio indoor è un’ottima abitudine che contribuisce a migliorare la qualità dell’aria in un determinato ambiente. E diventa un imperativo morale quando non si vive da soli!

Un ambiente salubre è anche uno spazio in cui l’aria è libera da VOC, i composti organici volatili che in alcuni casi sono veri e propri inquinanti. È anche a causa loro se in alcuni casi l’aria degli ambienti indoor è persino più inquinata di quella che si respira all’esterno. I VOC nocivi possono essere sprigionati da alcuni tipi di isolanti, arredi, vernici, detersivi, colle, solventi ecc. Si tratta di un problema, perché VOC come la formaldeide, il benzene e il toluene sono nemici del benessere, e possono costituire una minaccia seria per la nostra salute.
Un altro parametro da tenere sotto controllo per migliorare la qualità dell’aria che respiriamo è l’anidride carbonica. Perché alti livelli di CO₂ negli ambienti indoor non favoriscono il benessere, anzi. Una concentrazione di anidride carbonica dello 0,08% può essere sufficiente a far calare l’attività neuronale e la concentrazione; provocare sonnolenza; persino interferire con i processi decisionali. Soprattutto, un alto livello di CO₂ è un indizio di un cattivo ricambio d’aria. Le conseguenze sono quelle descritte sopra.

Certo, quando si è immersi nel lavoro o stiamo aiutando i figli a fare i compiti, non è facile ricordarsi di pensare ai VOC o all’anidride carbonica. Per questo il nostro sensore UpSens AIR+ è un valido alleato. Questo strumento piccolo, facile da usare, e dall’elegante design made in Italy, misura la concentrazione di VOC totali e anidride carbonica negli spazi indoor, e in caso di concentrazioni elevate emette un segnale acustico. Grazie ad UpSens AIR+ è facilissimo sapere quando è bene arieggiare la stanza, e se nell’aria che respiriamo sono presenti troppi VOC.
Oltre a questi parametri, UpSens AIR+ misura anche temperatura e umidità. Quest’ultimo è un altro valore fondamentale per assicurare il benessere e la qualità della vita negli ambienti chiusi. L’umidità elevata può favorire l’insorgenza di muffe, ad esempio, che con il tempo possono provocare allergie e problemi all’apparato respiratorio, specie nei bambini. Un ambiente troppo secco, invece, può aggravare patologie come l’asma e disturbi come la secchezza oculare (talvolta favorita dall’uso prolungato di computer e smartphone).

Non dobbiamo dare per scontata la qualità della nostra aria. Né dobbiamo ignorare l’esistenza dei VOC. O gli effetti generati da un’elevata concentrazione di anidride carbonica. Migliorare la qualità dell’aria che respiriamo in casa o in ufficio è possibile, basta avere la consapevolezza, la voglia… e gli strumenti giusti!
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