Da sempre UpSens lavora, con i suoi prodotti e le sue iniziative culturali, a promuovere una vera cultura del benessere nelle scuole, a partire dalla qualità dell’aria che si respira nelle aule. Eleonora Severino, comunicazione & marketing UpSens, è la persona che con la CEO Ketty Paller ha seguito un’iniziativa pionieristica: insegnare ai bambini di una quarta elementare del Trentino l’importanza di respirare una “buona aria” (senza una concentrazione eccessiva di CO2 e VOC, per esempio) attraverso l’uso della tecnologia UpSens e il dialogo; un metodo empirico che ha funzionato molto bene, grazie al quale i bambini hanno appreso la centralità di piccole, grandi azioni come cambiare l’aria regolarmente.
In questa conversazione Eleonora ci spiega meglio l’iniziativa, e il suo punto di vista non solo di storico membro del team UpSens, ma di mamma e cittadina sensibile ai temi ambientali. Buona lettura!

Perché è importante arieggiare bene gli spazi in una scuola, Eleonora?
La scuola è un po’ la seconda casa dei nostri figli, dove vanno per imparare, socializzare, crescere. Per tale ragione è importante che sia un luogo salubre e confortevole, che favorisca l’apprendimento. Un buon ricambio d’aria è necessario, non solo per contrastare la diffusione di virus e batteri, ma anche per favorire la concentrazione e il benessere psicofisico degli studenti e degli insegnanti. Le finestre dovrebbero essere aperte sistematicamente prima delle lezioni e durante gli intervalli, se non anche durante le lezioni. Per capire se l’ambiente è bene arieggiato è utile valutare i parametri che influenzano la qualità dell’aria, primo fra tutti la concentrazione di CO2 (anidride carbonica), che dovrebbe restare sotto alle 600ppm.
Un’aula con un’alta concentrazione di CO2 non favorisce l’apprendimento. Perché?
In concentrazioni troppo alte la CO2 provoca disturbi che possono essere molto fastidiosi e compromettere il benessere, ad esempio sonnolenza, spossatezza, mal di testa. E in effetti un’eccessiva concentrazione di CO2 non favorisce affatto l’apprendimento, perché riduce la capacità di concentrarsi. Infatti, è stato dimostrato che respirare aria con alti livelli di anidride carbonica provoca un calo dell’attività neuronale. L’aria satura di anidride carbonica sembra persino interferire con la capacità di risolvere i problemi. Al contrario, uno spazio ben aerato può contribuire a migliorare le prestazioni cognitive.

Nel dicembre 2019 UpSens ha lanciato un’iniziativa pioneristica. Ce ne puoi parlare?
Il progetto di incontrare i bambini e fargli usare il nostro dispositivo era nato dall’idea che vivere un’esperienza in prima persona spesso è un metodo di apprendimento molto efficace. Abbiamo incontrato una quarta elementare, e a quell’età in particolare ciò che si sperimenta rimane impresso, e diventa un bagaglio prezioso che ciascuno porterà sempre con sé. L’idea era appunto di responsabilizzare i bambini spiegando loro l’importanza di vivere e studiare in un ambiente salubre. Quindi in un ambiente libero da sostanze inquinanti, ad esempio, o da concentrazioni eccessive di CO2. Tutte cose che, pur essendo invisibili, hanno un effetto sul nostro benessere. Abbiamo strutturato il progetto in due incontri: il primo conoscitivo, durante il quale abbiamo dato una serie di informazioni utili per vivere meglio negli spazi indoor (a scuola come a casa), e abbiamo consegnato il nostro dispositivo portatile per la rilevazione dei parametri della qualità dell’aria, spiegando loro come utilizzarlo e come comportarsi in base alle segnalazioni del dispositivo UpSens AIR+. Durante il secondo incontro, a circa due settimane di distanza, abbiamo scaricato e analizzato insieme i dati delle rilevazioni fatte in quei quindici giorni, spiegando loro in maniera pratica come la CO2, ad esempio, può influire sul loro benessere e sull’apprendimento. È stato molto bello.
I bambini hanno compreso l’importanza di ciò andavate a fare? A cosa sono stati più ricettivi?
Decisamente sì, i bambini hanno capito tutto. Durante il secondo incontro ci hanno fatto tante domande, e ci hanno raccontato come avevano modificato le loro abitudini, sia in classe che a casa. Ci hanno raccontato di aver riportato in famiglia le indicazioni apprese durante il primo incontro e di aver suggerito qualche spunto per degli ambienti chiusi più salubri anche ai genitori. E poi è stata una soddisfazione vedere il loro impegno nell’arieggiare ogni volta che UpSens AIR+ ne segnalava la necessità.
Cosa è stato riscontrato?
I bambini hanno misurato la qualità dell’aria della loro classe per due settimane con UpSens AIR+, arieggiando per cinque minuti quando il dispositivo ne segnalava il bisogno. In seguito, analizzando i dati rilevati dal dispositivo, abbiamo verificato come ogni picco di CO2 era sempre seguito da una repentina diminuzione grazie al fatto che loro aprivano le finestre. E abbiamo potuto osservare che, sebbene fosse presente un impianto di ventilazione meccanica forzata, la CO2 saliva con l’aumentare della presenza dei bambini in aula. Inoltre, la temperatura impostata dalla struttura probabilmente non teneva in considerazione il fatto che la presenza umana in classe provoca un aumento notevole dei gradi centigradi; infatti sebbene al mattino presto la temperatura fosse sui 17°, già dopo mezz’ora dall’arrivo degli studenti raggiungeva i 23°. Considerando anche i parametri di VOC (composti organici volatili), umidità relativa e CO2, era semplice intuire le diverse fasi della giornata in base all’andamento dei parametri rilevati.

La sfida di respirare aria di qualità migliore a scuola è una sfida per tutta la scuola, dagli insegnanti ai dirigenti scolastici al personale ATA, giusto?
Si, è davvero una sfida, anche perché c’è ancora poca consapevolezza in proposito. Forse, a causa della pandemia di Covid-19, il tema del ricambio d’aria oggi è assai più sentito, quindi in molti si preoccupano di implementarlo, probabilmente più che a fine 2019, ad esempio. Durante il nostro progetto, infatti, le nostre raccomandazioni di arieggiare spesso l’ambiente, e in particolare in caso di segnalazione da parte del dispositivo, non erano sempre assecondate da tutti gli insegnanti. Invece è stata una soddisfazione osservare che un pomeriggio, dopo un picco di VOC (forse dovuto al detergente utilizzato per le pulizie) il personale addetto alle pulizie aveva evidentemente aperto le finestre. Lo abbiamo dedotto dal repentino calo dell’umidità, della temperatura e della concentrazione di VOC: sicuramente il picco rilevato dai dati aveva fatto scattare la segnalazione del dispositivo e il personale ATA aveva agito di conseguenza.
Da mamma sei preoccupata per l’aria che respirano i tuoi figli?
Sì, certo. Perché so il rischio che corrono se l’aria che inalano quotidianamente non è salubre. Vorrei innanzi tutto che le mie figlie vivessero in un ambiente salubre, privo il più possibile da virus e batteri oltre che da inquinanti, e poi che fossero messe in condizione di esprimere al meglio il loro potenziale. Le nutro nel modo più sano possibile, le faccio giocare all’aria aperta, faccio loro fare sport e le metto a letto presto, per far sì che dormano il giusto per la loro età. E certamente faccio caso anche all’aria che respirano: io e mio marito abbiamo deciso appositamente di vivere nella frazione di un comune in provincia di Trento, a ridosso del bosco, dove magari ci sono meno servizi ma l’aria è migliore.
Qual è la soluzione che offre UpSens a riguardo?
UpSens propone diverse soluzioni, in realtà. La prima è pensata in particolare per chi vuole tenere sotto controllo la qualità dell’aria che respira negli ambienti indoor dove trascorre le sue giornate. Con UpSens AIR+, ad esempio, si può valutare la qualità dell’aria e agire per migliorarla, se necessario. Tra l’altro, essendo un dispositivo piccolo e leggero (ha più o meno le dimensioni di uno smartphone) lo si può portare ovunque, anche al lavoro o in vacanza.
Attraverso un segnale acustico e sonoro QuAir avverte della necessità di arieggiare il locale, oppure, opportunamente configurato, comunica al Building Management System i valori rilevati in modo che venga attivato l’impianto di ventilazione meccanica. Il primo passo per una buona qualità dell’aria è essere consapevoli di ciò che si respira, e questo è possibile solo rilevando e misurando determinati parametri. Arieggiare spesso può essere fondamentale, anche come misura di contrasto alla diffusione di virus e batteri, ma può essere fatto in maniera puntuale e sistematica se si sa con esattezza quando è necessario farlo. Ciò permette anche di disperdere meno energia, in un’ottica di sostenibilità e di riduzione degli sprechi: anziché tenere in funzione costante la ventilazione meccanica, la si può attivare solo quando è veramente necessario.
La seconda soluzione è pensata per gli ambienti in cui vi è un grande afflusso di persone, come uffici, biblioteche, ospedali, scuole, alberghi, centri commerciali, o anche una grande residenza privata. Si chiama QuAir ed è una nuova linea di prodotti, ideati per rispondere al bisogno di misurare dei parametri cruciali della qualità ambientale e capire se la ventilazione è corretta. I dispositivi QuAir sono dei punti-misura che vengono installati e connessi in rete con una piattaforma online. Questo permette di avere sotto controllo i dati rilevati in tempo reale, oltre allo storico.
Un messaggio che vorresti dare ai genitori italiani?
Le nuove generazioni sono molto sensibili verso temi come l’ambiente e la sostenibilità, e potranno davvero fare la differenza. Noi genitori abbiamo però una grande responsabilità: dobbiamo insegnare loro il rispetto, per sé stessi e per il prossimo, per il pianeta e per le creature che lo popolano. I figli imparano dal nostro esempio, dimostriamogli come fare: prendiamoci cura di noi stessi alimentandoci bene, leggendo, praticando uno sport o un hobby, dormendo il giusto e respirando aria salubre. Agiamo in modo responsabile e consapevole, mettendo in pratica tutte quelle azioni che contribuiscono a migliorare l’ambiente che ci circonda, sia dentro le nostre case, le scuole e i luoghi di lavoro, sia all’aperto. Diamo tutti il massimo per dare il buon esempio. Sono sicura che i bambini e gli adolescenti di oggi, domani ci daranno grandi soddisfazioni!
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ermanno
Ago 21, 2021 at 21:03
quanto vorrei che nelle scuole dei miei figli ci fossero questi sensori Upsens. ma als olito le scuole non hanno mai fondi.